“Le tasse vanno abbassate anche a livello locale - aggiunge partigiani - riducendo le penalizzanti aliquote Imu, in molti comuni al massimo per gli immobili produttivi, e la Tari, la pesantissima tariffa sui rifiuti che per tante categorie di imprese non è corrispettiva alle quantità prodotte. Servono decrementi strutturali, non solo legati alla chiusure provocate dalla pandemia. Anche sul fisco si gioca l'accompagnamento alle piccole imprese stremate per le difficoltà scaturite alla pandemia. Di fronte a una situazione eccezionale occorrono interventi eccezionali e una vision chiara, anche da parte delle nostre amministrazioni comunali e dei nostri sindaci”.
“Confcommercio, inoltre - prosegue Patrignani - insieme alle altre associazioni imprenditoriali e all'Abi ha inviato una nota congiunta alle istituzioni europee, chiedendo di disinnescare il rischio del cortocircuito che potrebbe essere attivato dalle nuove regole in materia di identificazione di posizioni in default e dai nuovi criteri per il trattamento dei crediti deteriorati. Le piccole imprese non possono davvero permettersi una stretta creditizia. Banche e imprese lo hanno richiesto insieme, con pregevole unità di intenti, ma le istituzioni nazionali ed europee intervengano".